Si sente sempre più parlare di ritmo circadiano, ma che cos’è? Prima di tutto, il termine deriva dal latino “circa” (intorno) e “dies” (giorno); sono cicli di 24 ore che regolano i processi fisiologici e comportamentali degli organismi in risposta ai cambiamenti ambientali di luce e buio. In pratica, nel nostro cervello (per essere precisi, dentro l’ipotalamo) si trova una elemento chiamato (il nome è difficile…) nucleo soprachiasmatico (SCN) che agisce letteralmente come l’orologio principale, sincronizzando le funzioni corporee in base alla luce percepita dalle cellule retiniche. La luce blu (tra 460-480 nanometri) è particolarmente efficace nel segnalare al SCN che è giorno.
Tutto il corpo, in particolare i tessuti periferici come fegato, reni e pancreas seguono e sono influenzati dai ritmi circadiani, legandoli alla tempistica dell’assunzione del cibo. La dissincronizzazione circadiana, causata da fattori come il lavoro a turni o l’esposizione a luce artificiale notturna, è associata a rischi per la salute metabolica, tra cui malattie cardiometaboliche. L’esposizione alla luce naturale durante il giorno e la riduzione della luce artificiale notturna possono migliorare la regolazione metabolica e ridurre il rischio di obesità e diabete di tipo 2. La comprensione e il rispetto dei ritmi circadiani sono cruciali per mantenere una buona salute.
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