La vita moderna ci impone di avere una coscienza concreta nei confronti della natura, dell’ambiente, del nostro impatto sul Pianeta. È un argomento molto complesso, spesso semplificato da slogan che si tende anche a utilizzare, senza però passare dalle parole ai fatti. Si identifica in alcuni elementi, la plastica prima di tutto, il nemico da combattere, ma poi non si dedica sufficiente sensibilità nei confronti delle nostre abitudini. Per esempio, se un SMS (ve li ricordate ancora…?) produce 0.8 grammi di CO2e, dove la “e” sta a significare “equivalente di anidride carbonica”, e di sicuro nel tempo ne abbiamo inviati miliardi e miliardi, l’uso moderno delle chat con contenuti anche visuali e multimediali ha moltiplicato queste emissioni: non ci sono statistiche ufficiali per esempio per Whatsapp o app di messaggistica simile, ma visto che invece si stima che l’invio di una email – che tecnicamente è assimilabile – l’impatto di un messaggio di testo si aggira sui 4 grammi di CO2e come media ma se aggiungiamo degli allegati, potenzialmente si può arrivare anche a 50 grammi di CO2e.
Le innovazioni dell’intelligenza artificiale poi aggiungono preoccupazione sul consumo di energia elettrica, secondo un report si evidenzia per esempio che le emissioni di Microsoft – uno dei grandi protagonisti di questa rivoluzione – sono aumentate di quasi il 30% per soddisfare la domanda di intelligenza artificiale, e lo stesso vale per le grandi aziende che si occupano di questo settore (Open AI, Google, Meta, eccetera). Quello che però ha senso è guardare le cose in modo allargato, completo: e specialmente puntare su una vera coscienza, che non è fare discorsi che ci portano indietro, che demonizzano la tecnologia e l’innovazione, che portano a dire che dovremmo rinunciare all’energia.
Il problema non è l’energia elettrica in sé, bensì come l’energia viene prodotta. Insistere, investire, poter disporre di sovvenzioni concrete per migrare verso l’energia derivata da fonti rinnovabili e pulite è la soluzione, è la vera priorità.
Ridurre i consumi deve essere una pratica da ricercare, ma ancor più lo è capire quali sono le azioni che realmente generano tale riduzione richiede una visione di tutto il processo: per esempio, dire che le auto elettriche sono ecologiche senza controllare come l’energia elettrica che le “muove” è prodotta è un classico esempio di visione limitata.
Il mondo migliore non sarà un mondo che per salvarsi deve retrocede, ma un mondo che per salvarsi deve avanzare, facendo sempre più uso delle conquiste che l’essere umano ha ottenuto, ma lasciando anche dietro di sé (e di noi) una impronta negativa di questo passaggio sempre inferiore. Tutto questo, probabilmente, sarà possibile proprio grazie all’intelligenza artificiale che pur generando un consumo elevato di energia, potrà essere la chiave per poter individuare soluzioni migliori, e quindi lo sforzo che serve, in termini energetici per alimentare questa evoluzione saranno poi compensati da maggiore efficienza. Le conquiste dell’umanità hanno richiesto sempre più potenza energetica, e ne avranno bisogno sempre di più. Sta a noi, ma anche ai legislatori, agli inventori, agli innovatori trovare il modo per avere sempre più energia pulita.